La La Land è nelle sale italiane da pochi giorni, ma le vittime della sua magia sono già molto numerose. Mi sembra di aver provato ieri l’emozione vibrante della prima visione alla 72° edizione della Mostra d’arte Cinematografica di Venezia, ma in realtà già ho avuto il piacere di vedere il nuovo film di Damien Chazelle per ben tre volte (solo con Titanic avevo tentato un’impresa simile). Ricordo di aver pensato che fosse insolita la scelta di un musical come apertura ufficiale della celebre kermesse italiana, ma, dopo aver visto La La Land, ho capito che non si trattava solo di un musical!
Quando sullo schermo nero appare la scritta “Cinemascope” l’anima da cinefilo si illumina, pronta ad accogliere tutto quello che Chazelle ha in serbo per me. Infatti, già la sequenza di apertura mi travolge con un’esplosione di colori, volti e coreografie, perfettamente in armonia con la canzone Another Day of Sun, destinata a rimanermi nella testa per molto tempo. Un murales che ricorda antiche icone di Hollywood come Charlie Chaplin e Marylin Monroe, Ingrid Bergman che anima un’intera parete della camera di Mia (Emma Stone), un piccolo cinema che proietta Gioventù Bruciata. Cade ogni barriera e sono pronta ad arrendermi alla nostalgia di un cinema del passato, quella fabbrica dei sogni che sapeva essere spietata ma anche poetica ed estatica.

Perchè affannarsi per poter fare un mestiere che si ama, invece di sedersi ad una scrivania alla prima occasione? Perchè accontentarsi di uno stipendio misero facendo qualcosa che ti permette di esprimere te stesso, piuttosto che avere la certezza di un contratto a tanti zeri che ti chiede di sacrificare i tuoi giorni, anteponendo il profitto e la responsabilità alla passione? A queste domande può rispondere solo un folle e un sognatore…un cantante, uno scrittore, un attore, un artista, un ricercatore, un filosofo, che si rimboccano le maniche e provano ogni giorno a rendere reale il proprio sogno, senza smettere mai di credere nell’occasione decisiva che cambierà la loro vita per sempre. Se altri ci sono riusciti, perchè non potrebbe capitare a me? Non è una strada facile e c’è il rischio di sembrare incoscienti, istintivi e irresponsabili, ma tentar non nuoce. In fondo meglio vivere di rimorsi che di rimpianti. La La Land analizza tutto questo secondo le regole di un cinema puro, pulsante e romantico che forse avevamo dimenticato da molti anni.

Due sognatori che si incontrano tra le strade di una Los Angeles incantata e romantica, che alterna paesaggi assolati a tramonti suggestivi e malinconici. Una città che può rivelarsi Paradiso ed Inferno nell’arco di poche ore, ma nasconde un cuore sofferente in cerca di comprensione ed incoraggiamento. La La Land, tuttavia, è anche una storia d’amore. Chazelle decide di far vivere al pubblico questo sentimento nell’arco delle quattro stagioni dell’anno, dal fremito del primo incontro alle varie fasi di complicità e sostegno reciproco, fino alle inevitabili incomprensioni. Non si tratta di un amore banale e sdolcinato, e la ricchezza della sceneggiatura è anche nei piccoli dettagli che tengono lontano La La Land dal musical canonico e dalla commedia sentimentale proposta molte volte sul grande schermo.


La La Land non è un film, ma un’esperienza necessaria e meravigliosa che esilia il cinismo e il pragmatismo, in nome del sogno e della libertà di vivere e di sbagliare. Non ci resta che incrociare le dita la notte degli Oscar 2017, viste le 14 nomination del film assolutamente meritate!